Il Viceministro Casero definisce grave il blocco del portale. Il nuovo termine del 5 ottobre potrebbe slittare ancora

Di Savino GALLO

Oggi MEF e Agenzia delle Entrate valuteranno la possibilità di “un intervento un po’ più ampio” sullo spesometro e se eventualmente ci sia la necessità di “un’ulteriore prorogao di interventi più a lungo termine”.
A preannunciarlo il Viceministro all’Economia, Luigi Casero, che ha definito “grave” la situazione venutasi a creare con la temporanea sospensione (dal 22 al 25 settembre) del servizio “Fatture e corrispettivi” delle Entrate.

Ora si cercherà di capire cosa è successo e perché il sistema si sia bloccato, ha lasciato intendere il rappresentante dell’Esecutivo, valutando poi se intervenire con un decreto ad hoc o nella legge di bilancio. “Quando succedono fatti come questo – ha aggiunto – è giusto rivedere un po’ tutto e prevedere interventi. Il primo step l’ha fatto l’Agenzia, vediamo se ci sarà un secondo step con un intervento del Governo e poi un terzo step sul futuro”.

Di certo, lo “step” fatto dall’Agenzia, l’ulteriore proroga fino al 5 ottobre, annunciata con un comunicato stampa nella serata del 25 settembre, non ha placato la rabbia dei commercialisti. Innanzitutto per i tempi, ancora una volta “insufficienti”, ha commentato a caldo il CNDCEC (si veda “La comunicazione dei dati delle fatture slitta ancora al 5 ottobre” del 26 settembre), a fronte di criticità tecniche non ancora del tutto risolte.

Il portale “Fatture e corrispettivi” dell’Agenzia delle Entrate, come annunciato nel comunicato del 25 settembre, è effettivamente tornato disponibile (appena si entra nel portale appare la scritta “abbiamo ripristinato il sistema”), ma ancora a scarto ridotto, senza quindi dare la possibilità agli utenti di effettuare tutte le operazioni necessarie.
Una volta inserite le proprie credenziali, infatti, a tanti utenti che si apprestavano a fare un controllo dei file “dati fatture” il sistema negava l’accesso, spiegando, come già accaduto nei giorni scorsi (si veda “Portale in tilt, sullo spesometro cresce la preoccupazione dei commercialisti” del 23 settembre), che “in questo momento il numero delle connessioni è superiore a quelle che il servizio riesce a gestire”.

Nessun passo avanti nemmeno per ciò che riguarda la tutela della privacy.
Una volta digitate le credenziali Entratel si può accedere ai dati dello spesometro di un contribuente semplicemente inserendo il suo codice fiscale (mentre con il codice fiscale di un intermediario si possono vedere i dati relativi a tutti i suoi clienti). Il problema sussiste tutt’oggi e non pare ci siano le possibilità di risolverlo, quantomeno in tempi brevi.

Non a caso, il portale “Fatture e corrispettivi” riporta un’ulteriore avvertenza: “L’accesso – si legge – può avvenire solo ed esclusivamente per finalità strettamente connesse alla propria attività. L’operatore, procedendo nel collegamento, dichiara di conoscere le vigenti norme a tutela della riservatezza delle informazioni contenute nella banca dati, e di essere pienamente consapevole delle responsabilità connesse all’accesso ai dati illegittimo o non autorizzato o non determinato da ragioni professionali e alla comunicazione dei dati o al loro utilizzo indebito. Ogni operazione effettuata viene memorizzata dal sistema informativo”.
Insomma, non essendo in grado di risolvere il problema dal punto di vista tecnico, si fa richiamo alla legge e alle conseguenze da essa previste in caso di accessi non autorizzati.

Rimane sul tavolo, poi, anche la questione sanzioni, alimentata dal comunicato del 25 settembre. L’Agenzia spiega che, ove vengano riscontrate oggettive difficoltà, verrà valutata la possibilità di non applicare le sanzioni per meri errori materiali o invii tardivi, fino ai quindici giorni dall’originaria scadenza del 28 settembre (si veda “Possibile moratoria delle sanzioni per i dati fatture inviati sino al 13 ottobre” di oggi).

Così facendo, però, “si lascia spazio alla discrezionalità degli uffici”, e questo, ha denunciato ieri il Consiglio nazionale dei commercialisti, non potrà che generare “ulteriore caos nella già travagliata vicenda dello spesometro”.

“Prendiamo atto delle motivazioni che hanno indotto al comunicato diffuso dall’Agenzia delle Entrate – hanno affermato in una nota stampa Gilberto Gelosa e Maurizio Postal, Consiglieri del CNDCEC con delega alla fiscalità – ma siamo convinti che lasciare ai singoli uffici dell’Agenzia la valutazione di merito sulla non applicazione delle sanzioni per meri errori materiali e/o nel caso in cui l’adempimento sia effettuato dopo il 5 ottobre, ma entro i 15 giorni dalla originaria scadenza, può essere solo foriero di ulteriori criticità derivanti dalle disparità di trattamento che si potranno originare su base locale”.
Per questo, c’è bisogno, con “assoluta urgenza”, di un “provvedimento normativo da parte del Governo, che rivisiti l’istituto a partire dal termine di scadenza da prorogareulteriormente, per arrivare alla totale disapplicazione delle sanzioni relativamente a questo primo invio e conseguentemente alla possibile correzione di errori o ritardi”.