Sulla facoltatività degli ISA i commercialisti non mollano

Nuove critiche da parte della categoria al MEF, che insiste sull’applicazione obbligatoria degli indici

Di Redazione Eutekne

Ancora critiche da parte dei commercialisti per la chiusura del MEF alla possibilità di rendere facoltativa l’applicazione degli indici di affidabilità fiscale per il 2018. Questa volta, a intervenire è nuovamente il Consiglio nazionale di categoria, che prova a confutare nel merito la tesi esposta dal Ministero per giustificare il mantenimento dell’obbligatorietà.

Nei giorni scorsi, infatti, rispondendo alle istanze avanzate da associazioni, Ordini e Garanti del Contribuente, Giovanni Spalletta, a capo della Direzione legislazione tributaria e federalismo fiscale del MEF, ha spiegato come non fosse possibile disapplicare totalmente gli indici né tantomeno rendere facoltativo il loro utilizzo per il 2018. La prima strada non sarebbe percorribile, secondo il Ministero, perché “avrebbe l’effetto di penalizzare i contribuenti virtuosi, che resterebbero esclusi dalla fruizione dei benefici premiali e, al contempo, di fatto, priverebbe l’Agenzia delle Entrate di un efficace strumento ai fini dell’analisi di rischio di evasione fiscale”.

L’opzionalità, invece, sarebbe preclusa perché “determinerebbe l’effetto di depotenziare l’attività di contrasto all’evasione fiscale da parte dell’Amministrazione finanziaria, con i connessi effetti sul gettito relativamente a tale periodo d’imposta”.

Argomentazioni che ricalcano a grandi linee quelle fornite poco più di un mese fa dal Ministro Tria alla Camera (si veda “Il Governo chiude all’applicazione facoltativa degli ISA” del 1° agosto) e che, oggi come allora, non convincono i commercialisti.

“Quando nel motivare il suo no alla facoltatività degli indici – ha commentato il Presidente del CNDCEC, Massimo Miani –, il MEF sostiene che essa potrebbe generare una discriminazione dei contribuenti più virtuosi rispetto a quelli meno affidabili, non coglie nel segno. Questo rischio potrebbe sussistere solo nel caso di totale disapplicazione degli ISA. In caso di facoltatività, invece, i contribuenti virtuosi avrebbero comunque tutto l’interesse ad avvalersi già da quest’anno del nuovo strumento, con possibilità per il fisco di concentrare i controlli sugli altri contribuenti meno virtuosi”.

La giustificazione del MEF, secondo i commercialisti, sarebbe dunque “del tutto infondata”, quantomeno per ciò che riguarda la possibilità di rendere facoltativo l’utilizzo degli indici, richiesta che il Consiglio nazionale reitera anche “alla luce di quanto accaduto ad agosto”. Nell’ultimo mese, infatti, sono arrivati nuovi aggiornamenti del software dell’Agenzia delle Entrate (rilasciati il 23 e il 30 agosto) e alcune categorie di contribuenti sono state costrette a scaricare nuovamente i dati precompilati, a seguito della comunicazione ricevuta dalle stesse Entrate.

“Quanto accaduto ad agosto – conclude Miani – è la plateale dimostrazione del fatto che il meccanismo degli ISA è ancora lontano dal potersi definire affidabile. Siamo ancora nel pieno di una fase sperimentale e di questo dato di fatto bisogna prendere atto. Rendere facoltativi gli ISA ci sembra dunque l’unica naturale conseguenza di quanto sino ad oggi accaduto”.

Sulla recente risposta fornita dal Direttore Spalletta è intervenuta, sempre nella giornata di ieri, anche l’AIDC, definendola “aberrante nelle sue conclusioni”. Perché si motiva il mancato rispetto di quanto sancito dallo Statuto del Contribuente solo con le “esigenze di gettito”.

Una situazione in cui i contribuenti si trovano ancora nell’“impossibilità di conoscere l’ammontare delle imposte dovute sui redditi 2018” e, di conseguenza, “del tutto incompatibile con le norme di uno Stato di diritto”.

L’associazione guidata da Andrea Ferrari si dice “non più disposta a tollerare ulteriormente risposte come quella da ultimo resa dal Ministero”, e preso atto dell’indisponibilità del MEF nel rivedere la sua posizione sull’applicazione degli ISA, è pronta a “ipotizzare percorsi diversi da quelli di interlocuzione che AIDC per prima ha portato avanti, ma che oggi rivelano non essere più realisticamente allineati con lo stato dei fatti”.

2019-09-04T08:52:10+00:00Settembre 4th, 2019|News|
Torna in cima