Secondo uno studio commissionato dall’AIDC la liquidazione media è di circa 30 mila euro. I sinistri più frequenti nell’attività ordinaria

L’attività di componente del collegio sindacale comporta il più alto indice di rischio, in termini di entità dell’eventuale richiesta di risarcimento danni, tra le diverse funzioni esercitate dai commercialisti, mentre la consulenza fiscale è quella che più frequentemente produce sinistri da copertura assicurativa. È quanto emerge da una ricerca realizzata da Aon per conto dell’Associazione italiana dottori commercialisti. Il broker assicurativo ha analizzato l’andamento, nel periodo 2010-2017, delle polizze sottoscritte dai professionisti tramite la convenzione stipulata con all’associazione sindacale.

Si tratta, in tutto, di circa 600 polizze, attive nella maggior parte dei casi in Lombardia, Regione con la più alta concentrazione di assicurati AIDC. La ricerca, quindi, non esprime un campione a livello nazionale ma offre comunque spunti interessanti sulla “sinistrosità” dell’attività professionale.
Nei sette anni considerati, sono stati denunciati 200 sinistri: nel 60% dei casi, erano legati all’attività ordinaria, nel 23% alla sindacanza, nel 12% all’attività di amministratore o membro di CdA, nel 5% da incarichi giudiziari.

Per ciò che riguarda l’attività ordinaria, la tipologia di sinistro dipende, nel 57% dei casi, da ritardo o omissione nell’invio di dichiarazioni. Seguono errori contabili su dichiarazioni (32%), ritardo nella presentazione dei ricorsi in giudizio (7%) e sanzioni amministrative a terzi (4%). In questo ambito, la liquidazione media erogata all’assicurato è di circa 3 mila euro.

Quanto all’attività di sindaco o membro di CdA, nella stragrande maggioranza dei casi (85%) il sinistro è legato al fallimento della società. Molto più raramente, invece, si tratta di danno erariale (10%), ovvero richieste avanzate direttamente dalla Corte dei Conti per attività svolte presso enti pubblici o società partecipate, o sanzioni della Banca d’Italia (5%), intese come spese di difesa, dato che le sanzioni non sono mai coperte. Per questo specifico ramo di attività professionale, però, la liquidazione dei sinistri raggiunge in media i 30 mila euro (nel 95% dei casi derivante da transazione tra le parti e comprensiva di spese di difesa legale), ovvero dieci volte quella erogata per l’attività ordinaria.

L’ultima casisitica, i sinistri da incarichi giudiziari, vede una netta prevalenza (88%) degli errori nelle procedure fallimentari per custodie di beni. Residuali i casi di sinistri per esclusione dei creditori dall’ammissione al passivo (10%) o per richiesta danni per danneggiamento dei beni fallimentari (2%).

Nell’analisi realizzata da Aon, vengono riportate, seppur senza una percentuale statistica, anche le principali cause per cui la compagnia assicurativa ha eccepito l’operatività della copertura: si tratta delle “circostanze note”, il caso in cui l’evento fosse già conosciuto prima della sottoscrizione della polizza. La maggiore tipologia di sinistro respinto, invece, è l’atto di citazione/richiesta di risarcimento per attività di sindaco svolta in società sottoposte a procedure concorsuali prima della sottoscrizione della polizza in convenzione.

“Il dato che emerge prepotentemente – commenta Andrea Ferrari, Presidente dell’AIDC – è l’elevata rischiosità connessa agli incarichi di sindaco di società, in particolare quando la società viene poi dichiarata fallita. In tali casi, la nostra figura professionale ha assunto un ruolo distorto: quello di garante erga omnes. Sappiamo, per esperienza diretta, che spesso i sindaci sono i soggetti più appetibili nella ricerca di un attivo fallimentare”.

A complicare ulteriormente il quadro c’è la “complicità di una norma totalmente dispregiativa dell’equo rapporto tra atto e conseguente responsabilità, che vede attribuirci una responsabilità spropositatarispetto alle oggettiva potenzialità di conoscenza e intervento nel ruolo di sindaco, e di una prassi concorsuale che, se male interpretata, trasforma i colleghi curatori in cacciatori di patrimoni di colleghi sindaci, e questi incarichi in palesi falle del sistema dei controlli, riducendo la figura di sindaco in quella di garante”.

Di qui, il richiamo di Ferrari all’esigenza, più volte manifestata dai commercialisti, di intervenire in via normativa per contenere la responsabilità patrimoniale dei sindaci, definendo una “misura proporzionale ai compensi o comunque un limite predefinito”.

Il Presidente dell’AIDC punta l’attenzione anche sul rigetto dei rimborsi. “È evidente – spiega – che l’attività di formazione e informazione dei colleghi, relativamente al funzionamento e alle dinamiche del rapporto con le nostre assicurazioni, rimane una necessità centrale: i rimborsi sono rigettati per erronea applicazione delle procedure relative ai sinistri”.

Anche per questo, “AIDC ha costantemente promosso specifiche sessioni di formazione sul territorio, sempre con la collaborazione di Aon”. L’obiettivo è diffondere la “cultura assicurativa” e in quest’ottica la pubblicazione dei dati di sinistrosità consente di “acquisire elementi utili alla migliore gestione dei rischi, nella prospettiva di minimizzarli e di farvi fronte”.