Bocciato in Commissione l’emendamento al decreto fiscale che riconosceva i percorsi specialistici per la categoria

Di REDAZIONE Eutekne

Niente da fare, almeno per il momento, per le specializzazioni dei commercialisti. L’emendamento al decreto fiscale che le contemplava (n. 19.0.48) è stato infatti bocciato ieri, nel corso delle votazioni in Commissione Bilancio del Senato.
A esprimere parere contrario, pare, tutti i rappresentanti delle opposizioni (Forza Italia, Lega, M5S e MDP) che, causa assenza di alcuni esponenti di maggioranza, sono riusciti a bloccare un emendamento che aveva già ottenuto il parere favorevole sia del Ministero della Giustizia che del Ministero dell’Economia.

La partita, però, non sarebbe ancora finita, dato che, stando alle voci che si sono rincorse nella giornata di ieri, il Governo parrebbe intenzionato a ripresentare l’emendamentonon solo al decreto fiscale (in questo caso alla Camera, dato che il provvedimento dovrebbe arrivare oggi in Aula al Senato) ma, eventualmente, anche alla legge di bilancio.

Notizie positive, invece, sull’equo compenso per i professionisti, che Governo e maggioranza hanno allargato nella portata. L’emendamento iniziale, infatti, prevedeva l’introduzione dell’equo compenso solo per gli avvocati, ma alla fine, ha fatto sapere in serata Silvio Lai (Pd), relatore del Ddl. di conversione del DL 148/2017, il provvedimento dovrebbe riguardare “tutti i professionisti, non solo quanti appartengono a un Ordine”. La proposta punta a tutelare i professionisti che svolgono prestazioni nei confronti di banche, assicurazioni e imprese, ma prevede anche una “una norma di principio a cui la Pubblica Amministrazione si deve ispirare”.

Bocciato l’emendamento che proponeva una sorta di sanatoria sugli avvisi bonaridell’Agenzia delle Entrate, mentre sorte opposta ha avuto l’emendamento che prevede una mini-sanatoria per quei soggetti che hanno lavorato all’estero continuativamente (ex iscritti AIRE o ex transfrontalieri) e una volta rientrati in Italia vogliono regolarizzare le somme detenute in altri Paesi. Per farlo, potranno versare al Fisco il 3% del valore delle attività e della giacenza al 31 dicembre 2016, a titolo di imposte, sanzioni e interessi.

L’istanza andrà presentata entro il 31 luglio 2018 e potrebbe essere riferita anche alle somme e alle attività derivanti dalla vendita di immobili detenuti dallo Stato estero in cui si è prestata la propria attività lavorativa. Il versamento dovrà avvenire entro il 30 settembre 2018, ma i contribuenti potranno anche scegliere una rateazione, corrispondendo il dovuto in tre rate mensili consecutive di eguale importo, con la scadenza della prima rata sempre entro settembre 2018. Per indurre i contribuenti alla regolarizzazione spontanea, l’emendamento prevedrebbe anche l’allungamento dei termini per l’accertamento sulle somme oggetto della procedura: i termini in scadenza al 1° gennaio 2018 sono spostati al 30 giugno 2020.

Sospese poi fino al 31 dicembre 2020 le rate dei mutui sulle prime case e sulle attività produttive, inagibili o distrutte, che ricadono nelle zone rosse dei Comuni del Centro Italia colpiti dal sisma di agosto 2016. L’emendamento che lo prevede punta al riordino della legislazione post sisma, introducendo nuove disposizioni per la ricostruzione dei territori colpiti dai terremoti, compresi quelli de L’Aquila del 2009 e dell’Umbria e delle Marche del 1997.

Quanto al capitolo detrazioni, entrano nel decreto fiscale sia le detrazioni per gli alimenti “a fini medici speciali” che quelle per gli studenti fuorisede che prendono in affitto un appartamento. Riguardo alle prime, la detrazione sarà al 19% per le spese sostenute nel 2017 e 2018, mentre per i fuorisede l’emendamento approvato stabilisce che si debba risiedere sempre almeno a 100 km di distanza dalla sede dell’università in cui si studia (anche se si tratta della stessa Provincia).

Arriva lo stop, inoltre, alle bollette a 28 giorni. Stando all’emendamento presentato da Lai, le imprese telefoniche, di tv e servizi di comunicazione elettronica dovranno passare, entro 120 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, a una fatturazione su base mensile o su multipli del mese. In caso di mancato adeguamento, è previsto il raddoppio delle sanzioni (da un minimo di 240 mila euro a un massimo di 5 milioni), mentre per le variazioni illegittime le imprese fornitrici si vedranno costrette a corrispondere un indennizzo di 50 euro.

Si prova, infine, a velocizzare la procedura per la concessione delle proroghe delle scadenze fiscali. Un emendamento prevede infatti che queste ultime vengano disposte non più attraverso un DPCM ma direttamente dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate, nel caso di eventi che comportino gravi difficoltà nell’adempimento o a causa della pubblicazione in ritardo delle specifiche tecniche per la trasmissione telematica. La proroga dovrà concedere ai contribuenti un termine “congruo”, ma comunque non superiore ai 60 giorni rispetto alla scadenza originaria.