Con la modifica apportata all’art. 2428 c.c. lo strumento si è aggiunto ai Codici etici e al bilancio sociale
La Corporate social responsibility viene definita dal dizionario di economia e finanza quale “orientamento gestionale che va oltre il rispetto delle normative e definisce una funzione-obiettivo più ampia del semplice profitto” mettendo al centro la composizione dei diversi interessi degli stakeholder.
Il valore creato dall’impresa viene quindi definito dalla proprietà, dal management e anche da tutti gli stakeholder direttamente e indirettamente interessati, con riferimento sia alle figure interne all’azienda o che interagiscono con essa quali dipendenti e fornitori, sia a quelle esterne quali clienti e i cittadini residenti nelle zone dove l’impresa ha sede e svolge la propria attività. Le dimensioni ambientali, umanitarie e sociali si affrancano da uno storico ruolo di sudditanza rispetto all’obiettivo del profitto e, in quanto obiettivi in sé, contribuendo alla definizione delle modalità e dei vincoli per il conseguimento dei risultati più strettamente economici.
La CSR si esplicita, nell’osservanza delle norme primarie e secondarie (come la compliance), nell’adozione di forme di autoregolamentazione quali i Codice etici, nelle carte dei valori aziendali predisposte secondo standard riconosciuti a livello internazionale. Si tratta di documenti che integrano i rapporti per la comunicazione sociale e ambientale, e che definiscono lo stile di condotta etico-morale dell’impresa rispetto a situazioni non regolamentate dal legislatore e/o che possono riguardare i rapporti tra proprietà, management, dipendenti, fornitori e con gli altri stakeholder esterni.
I principali strumenti per la comunicazione della CSR sono stati per un lungo periodo i Codici etici e il c.d. bilancio sociale, ma con la modifica apportata all’art. 2428 c.c. è stata inserita l’informativa di bilancio sui temi tipici del risk approach ossia della responsabilità sociale dell’impresa.
Nello specifico l’art. 2428 ha introdotto l’obbligo per le spa di inserire all’interno della Relazione sulla gestione “un’analisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della società e dell’andamento e del risultato della gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato […] nonché una descrizione dei principali rischi e incertezze cui la società è esposta […]”. Analisi che deve contenere, in misura necessaria per la comprensione della situazione della società, dell’andamento e del risultato della sua gestione “gli indicatori di risultato finanziari e, se del caso, quelli non finanziari pertinenti all’attività specifica della società, comprese le informazioni attinenti all’ambiente e al personale”.
Ulteriore fattore di novità nella comunicazione d’impresa è stato introdotto dalla Direttiva 2014/95/Ue (attuata in Italia dal DLgs. 254/2016), che ha imposto la diffusione delle informazioni di carattere non finanziario per alcune imprese e gruppi di grandi dimensioni.
Si tratta di una rendicontazione fondata sul principio “comply or explain” (circolare Assonime n. 13/2017): a condizione che ne forniscano le motivazioni, le imprese possono non applicare determinate politiche previste e possono omettere le informazioni la cui diffusione potrebbe comprometterne gravemente la posizione commerciale. L’informativa non finanziaria dovrà dunque concentrarsi sugli aspetti significativi dell’attività dell’impresa e sulle attese degli stakeholder tenendo in considerazione il principio per il quale l’omissione o errata indicazione di una informazione può ragionevolmente influenzare le decisioni prese dagli utilizzatori.
I soggetti tenuti alla comunicazione delle informazioni di carattere non finanziario sono tutte le società italiane quotate sui mercati regolamentati d’Italia o dell’Unione europea incluse le banche, le assicurazioni e le imprese di riassicurazione, purché abbiano avuto in media un numero di dipendenti superiore a 500 e al contempo, alla chiusura del bilancio, aver realizzato almeno una delle due seguenti condizioni: totale dello Stato patrimoniale di 20 milioni di euro; totale di ricavi netti delle vendite e delle prestazioni di 40 milioni di euro.