L’aspetto più innovativo è l’applicazione dei provvedimenti non solo alle attività dell’azienda, ma anche alle sue filiali e alle catene di fornitura

Di Paolo VERNERO e Federico CATTAROSSI

Tra i principali provvedimenti applicativi messi in campo recentemente dall’Unione europea, si annoverano quelli sulla tassonomia europea mediante i quali sono state individuate le attività ritenute sostenibili dal punto di vista ambientale, tra le quali, non senza polemiche, anche alcune attività legate al nucleare e al gas. Il 2022 è quindi terminato con l’approvazione della Corporate Sustainability Reporting Standard Directive (CSRD), che verrà applicata a partire dal 1° gennaio

2024. Ma se il cambiamento climatico e le emissioni di CO2 hanno continuato a essere al centro dell’attenzio-ne, il 2022 si è anche caratterizzato per il crescente interesse sull’impatto dei rischi ESG nell’ambito degli assessment aziendali, in particolare per le attività finanziarie attraverso il Regolamento Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFRD), entrato in vigore nella sua completezza il 1° gennaio 2023. D’altronde la stessa Bce ha fissato per il 2024 il termine entro cui le banche dovranno essere compliant alle direttive della banca centrale riguardo la gestione dei rischi climatici e ambientali, tenuto conto delle linee guida emanate dall’European Bankinq Authority (EBA).

Il percorso verso la sostenibilità passa certamente attraverso la rendicontazione e la valutazione ESG, anche se la notevole confusione di standard e rating ESG esistenti non è d’aiuto: è anche per questo che la Commissione europea ha incaricato l’EFRAG (European Financial Advisory Group) e IISSB (International Sustainability Standard Board) di individuare standard di rendicontazione e metodi di rating uniformi. Inoltre, per identificare, prevenire e mitigare gli impatti negativi dell’attività delle aziende sui diritti umani e sull’ambiente, l’Unione europea ha identificato nella proposta di direttiva CSDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive o Supply Chain Act) i requisiti obbligatori di due diligence che le imprese devono attuare. Ma perché abbiamo bisogno di una legge europea sulla catena del valore, e in specie sulla supply chain?