La rendicontazione informa sull’impatto dell’impresa sulla sostenibilità e su come le questioni di sostenibilità influiscano sui risultati

Di Paolo VERNERO e Federico CATTAROSSI

La riforma del quadro normativo europeo in tema di rendicontazione di sostenibilità, che ha portato all’emanazione nel mese di dicembre 2022, della direttiva Ue 2022/2464 (Corporate Sustainability Reporting Directive, c.d. “CSRD”), si propone di fornire una risposta organica alla crescente richiesta di informazioni societarie sulla sostenibilità proveniente dal mercato e alla sempre maggiore centralità che queste rivestono sul processo decisionale degli utenti.

In particolare, si legge nei considerando della direttiva, una buona rendicontazione di sostenibilità aiuta le imprese a individuare e gestire i rischi e le opportunità legati alla sostenibilità e a migliorare il dialogo e la comunicazione tra le imprese e i loro portatori di interessi, potendo anche contribuire a rilanciare o consolidare il proprio standing reputazionale. L’informativa di sostenibilità è, infatti, diretta a un’ampia platea di stakeholder, tra cui si annoverano, ad esempio, gli investitori (ancor più in ragione della recente crescita di prodotti di investimento legati alla sostenibilità), i partner commerciali (clienti, fornitori, specie in considerazione della diffusione dei principi di “sostenibilità della filiera”), gli istituti di credito (per i quali i fattori di sostenibilità sono destinati ad acquisire un peso determinante nella valutazione del merito creditizio) nonché i principali attori della società civile (primi tra tutti le parti sociali, le quali si aspettano che le imprese siano maggiormente responsabili del loro impatto sulle persone e sull’ambiente).