L’equilibrio economico è essenziale per garantire la continuità aziendale

Di Fabrizio BAVA e Alain DEVALLE

L’assetto di un’impresa deve essere un grado di “rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore” (art. 3 comma 3 lett. a) del DLgs. n. 14/2019).

L’equilibrio economico è essenziale per garantire la continuità aziendale nel medio lungo termine e la capacità dell’impresa di “camminare sulle proprie gambe”, cioè di non ricorrere a un intervento da parte di terzi e/o soci dell’impresa.
In economia aziendale, l’impresa deve essere dotata della “competitività duratura nel tempo”, che comporta la capacità di remunerare adeguatamente i fattori produttivi e di generare flussi di cassa adeguati a rimborsare i finanziamenti o finanziare in tutto o in parte i nuovi investimenti.

Uno dei principali segnali di attenzione delle imprese è proprio rappresentato dal peggioramento dell’equilibrio economico fino all’ottenimento di perdite d’esercizio che in generale sono sintomo di difficoltà del business dell’impresa.
In particolare, il risultato operativo negativo è un segnale di “malfunzionamenti” nel core business dell’impresa: significa che i ricavi derivanti dall’attività non sono stati in grado di coprire i costi operativi. Le motivazioni di tale situazione sono riconducibili, ad esempio, a problemi nelle vendite derivanti da prodotti meno appetibili rispetto al passato, oppure a costi in crescita (es. i costi delle materie prime) non adeguatamente coperti da incrementi di ricavi.

La presenza di perdite operative è da monitorare con estrema attenzione: di per sé non è un segnale di crisi, perché potrebbe essere una situazione temporanea (come nel caso di costi energetici che successivamente rientrano in valori sostenibili), ma, nel caso in cui sia una situazione ricorrente negli ultimi esercizi, l’impresa dovrà adottare strategie più “invasive” per risollevare il business e ritornare a un equilibrio.

Senza giungere a realizzare perdite, segnali di attenzione sono legati ad esempio a una riduzione del margine operativo lordo che rappresenta il c.d. cash flow operativo dell’impresa: sebbene non sia un vero flusso di cassa nel medio e lungo termine, la società dovrebbe essere in grado di generare un flusso finanziario pari al margine operativo lordo.
Una sua diminuzione implica un minor flusso di risorse finanziarie da utilizzare per il rimborso dei finanziamenti. Di qui un ulteriore elemento di attenzione: se il margine operativo lordo diminuisce, bisogna chiedersi se l’impresa è in grado di generare un flusso finanziario ancora in linea per rimborsare di debiti finanziari.

Il contesto attuale e il 2023 si presentano particolarmente “sfidanti”: i tassi di interesse continuano ad aumentare e stando alle ultime dichiarazioni della banca centrale europea si procederà in tale direzione fino all’estate prossima. Ciò significa che le imprese vedranno un incremento significativo degli oneri finanziari, sia quelle che hanno contratto finanziamenti a tasso variabile, sia quelle che ricorreranno a nuovi finanziamenti.
In pochi mesi, si è tornati indietro nel tempo di oltre un decennio: le imprese (ma anche i privati e tutti in generale) si erano abituate a un mondo a tassi zero e a liquidità pressoché illimitata, ma molti si ricorderanno che nei primi anni duemila così non era. Tale cambiamento repentino potrà comportare squilibri economici e conseguentemente finanziari non indifferenti, se non tempestivamente gestiti.

Da un lato, in alcuni settori in particolare, la marginalità è in “sofferenza” per effetto dell’inflazione, che spinge i ricavi, ma porta a un incremento dei costi che non sempre è ribaltato sull’incremento dei prezzi; dall’altro lato, il costo degli oneri finanziari aumenta con la conseguente erosione di parte dei margini operativi per il rimborso degli stessi, diminuendo la disponibilità per il rimborso delle quote capitale dei finanziamenti. Non vi è dubbio che il monitoraggio prospettico dell’equilibrio economico è particolarmente importante nel 2023 anche alla luce dell’emersione di potenziali situazioni di criticità di business.