L’ANAC ha approvato il PNA 2023-2025 in cui si impegnano i RPC a comunicare ogni tipo di segnalazione sospetta

Di MARIA FRANCESCA ARTUSI

L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) ha dato notizia ieri sul proprio sito internet dell’avvenuta approvazione, nella seduta del Consiglio del 16 novembre scorso, del Piano nazionale anticorruzione (PNA), che avrà validità per il prossimo triennio (2023-2025). Il testo è stato trasmesso al Comitato interministeriale e alla Conferenza unificata e, dopo il loro visto, diverrà operativo, presumibilmente dal mese di dicembre.

Va ricordato che il Piano nazionale anticorruzione è l’atto di indirizzo per le Pubbliche Amministrazioni e per gli altri enti tenuti all’applicazione della L. 190/2012. Questo aggiornamento segue il documento contenente “orientamenti per la pianificazione anticorruzione e trasparenza”, presentato dall’ANAC nel corso del convegno pubblico “Sull’onda della semplificazione e trasparenza” tenutosi a febbraio 2022 (si veda “Necessario un adeguamento continuo della compliance anticorruzione” del 4 febbraio 2022).

L’ANAC precisa che il nuovo Piano è finalizzato a rafforzare l’integrità pubblica e la programmazione di efficaci presidi di prevenzione della corruzione nelle Pubbliche Amministrazioni, puntando però nello stesso tempo a semplificare e velocizzazione le procedure amministrative.

Tra le novità previste, va segnalato un rafforzamento dell’antiriciclaggio, impegnando i responsabili della prevenzione della corruzione a comunicare ogni tipo di segnalazione sospetta in cui potessero incorrere all’interno della Pubblica amministrazione e delle stazioni appaltanti. È stato evidenziato nel Piano, infatti, il legame tra battaglia antiriciclaggio e lotta anticorruzione.

Altro aspetto connesso e significativo del nuovo Piano è la necessità di identificare il titolare effettivo delle società che concorrono ad appalti pubblici. Quindi, le stazioni appaltanti sono chiamate a controllare “chi sta dietro” a partecipazioni sospette in appalti e forniture pubbliche.Tale novità si muove di pari passo con la prossima attivazione del Registro dei titolari effettivi, disciplinato dal DM 11 marzo 2022 n. 55.

Il Presidente ANAC, Giuseppe Busia, ha precisato in proposito che da tempo l’Autorità anticorruzione aveva chiesto al Parlamento di introdurre l’obbligo della dichiarazione del titolare effettivo delle società che partecipano alle gare per gli appalti affinché le Pubbliche Amministrazioni potessero “conoscere chi effettivamente sta dietro le scatole cinesi che spesso coprono il vero titolare della società che vince l’appalto, evitando così corruzione e riciclaggio”.

Un’importante novità che viene segnalata con riferimento al nuovo Piano è quella riguardante i Comuni più piccoli. Le amministrazioni con meno di 50 dipendenti non saranno tenute a predisporre il piano anticorruzione ogni anno, ma ogni tre anni. Per tali Comuni vengono ridotti anche gli oneri di monitoraggio sull’attuazione delle misure del piano, concentrandosi solo dove il rischio è maggiore.

Per quanto riguarda la trasparenza dei contratti pubblici, l’ANAC ha rivisto le modalità di pubblicazione. Non dovranno più avvenire sui siti delle amministrazioni in ordine temporale di emanazione degli atti, ma ordinando le pubblicazioni per appalto, in modo che l’utente e il cittadino possano conoscere l’evolversi di un contratto pubblico, con allegati tutti gli atti di riferimento.

Per quanto riguarda la disciplina del pantouflage, le cosiddette “porte scorrevoli” per cui il titolare di un incarico pubblico passa senza soluzione di continuità al privato in favore del quale ha emanato provvedimenti, l’Autorità ha deciso di predisporre delle apposite Linee guida sulle quali si sta già lavorando, al fine di aiutare le Pubbliche Amministrazioni ad applicare con più fermezza e definizione il divieto stabilito dalla legge.