Secondo voci ufficiose l’aliquota dell’agevolazione potrebbe calare già per il 2023

Di ENRICO ZANETTI

Nonostante la più totale assenza di voci ufficiali, la moltiplicazione delle voci ufficiose, sulla possibilità di interventi legislativi che riducano, già per il 2023, quella percentuale di detrazione del 110% del superbonus, ai sensi dell’art. 119 del DL 34/2020, il cui calo è attualmente previsto solo a partire dal 2024, sta comprensibilmente destando preoccupazione in quanti hanno in corso “interventi superbonus” che non si concluderanno però prima del prossimo anno e, a maggior ragione, in quanti hanno intenzione di avviare “interventi superbonus” nelle prossime settimane e mesi.

Anche laddove questa misura di parziale retromarcia dovesse davvero vedere la luce, dovrebbero essere in ogni caso esclusi tutti quegli “interventi superbonus” già “messi a terra” alla data di eventuale ufficializzazione di questa scelta legislativa, i quali dunque continuerebbero a beneficiare sulle relative spese sostenute nel 2023 della percentuale di detrazione del 110%.

Quanto precede dovrebbe costituire il minimo sindacale della tutela del legittimo affidamento dei contribuenti. Ove il legislatore non stabilisse una norma specifica di decorrenza, infatti, potrebbero tornare utili le precisazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate nella ris. 21 luglio 2008 n. 310 (in detto documento, l’Agenzia ha chiarito cosa si intende per buona fede e tutela dell’affidamento in assenza di una specifica norma di decorrenza con particolare riguardo alle modifiche introdotte dal DL 223/2006 alla disciplina della plusvalenza collegata alla cessione di beni mobili. In quell’occasione, l’Amministrazione finanziaria ha ritenuto che il “nuovo” regime dovesse riguardare soltanto i beni acquistati dopo l’introduzione delle “nuove” norme).

Tornando alle novità che potrebbero riguardare il superbonus, quello che non è dato sapere, ove l’aliquota venisse ridotta al 100% già per le spese sostenute nel 2023, è:
– quale sarà la data di riferimento che farà da spartiacque tra “interventi rientranti nella tutela dell’affidamento” e interventi per i quali le novità peggiorative troveranno invece applicazione;
– quale sarà la “fase di avanzamento” dei lavori che dovrà sussistere alla predetta data spartiacque per mantenere quei lavori nella spettanza del 110% anche per tutte le spese ad essi relative sostenute nel 2023.

Per quanto riguarda il primo aspetto, se guardiamo a precedenti esperienze legislative, non è affatto escluso che la data spartiacque potrebbe non essere quella di entrata in vigore della prossima legge di bilancio (1° gennaio 2023), bensì potrebbe essere una data immediatamente precedente a quella di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge di bilancio che viene poi inviato ai due rami del Parlamento.

Per quanto riguarda il secondo aspetto, sempre guardando a precedenti esperienze legislative, la “fase di avanzamento”, la cui sussistenza potrebbe essere richiesta in corrispondenza della data spartiacque per poter rientrare nel perimetro di tutela dell’affidamento, potrebbe essere alternativamente quella dell’avvenuto deposito del titolo abilitativo, oppure dell’avvenuta stipula dell’atto di affidamento dei lavori, mentre quella dell’avvenuto deposito della comunicazione di inizio lavori non sembra idonea a tutelare davvero l’affidamento dei contribuenti, perché, una volta che il contratto di appalto è stipulato in un contesto normativo che prevede una percentuale di detrazione al 110%, ai fini della tutela dell’affidamento delle parti risulta del tutto irrilevante che i lavori contrattualizzati siano anche già partiti o ancora da avviare.

Quel che è certo è che sarebbe opportuno accelerare nei prossimi giorni il deposito di titoli abilitativi e la stipula dei contratti di appalto dei lavori (valutando le modalità più idonee per dare certezza della relativa data) con riguardo a tutti quegli interventi che possono beneficiare del superbonus anche se magari l’intenzione è quella di realizzarli soltanto nei prossimi mesi.

Ove lo scenario infausto di una riduzione della percentuale di detrazione, dal 110% al 100% o ad altra inferiore, non si concretizzasse, si avrà soltanto accelerato il perfezionamento di adempimenti burocratici e di contratti su cui i contribuenti interessati avrebbero comunque dovuto impegnarsi tra qualche settimana o mese.
Ove viceversa le molteplici voci ufficiose di questi giorni si rivelassero non soltanto chiacchiericcio e arrivasse quindi concretamente la riduzione della percentuale di detrazione superbonus spettante sulle spese sostenute nel 2023, si avrà probabilmente acquisito il diritto a vedere tutelato il proprio affidamento, “salvando” la percentuale del 110% anche per le spese sostenute nel 2023.