Possibilità di richiedere servizi semplici, come l’invio di moduli e ricevute, o più complessi, come l’analisi di dati o il rilascio di pareri

Di Paolo BIANCONE, Paolo MESSINA e Silvana SECINARO

L’intelligenza artificiale non rappresenta solo innovazione tecnologica, ma può diventare un’opportunità di innovazione dei modelli di business per chi sarà capace di approfittarne: l’obiettivo è massimizzare i profitti, diminuire i rischi e migliorare la qualità del lavoro e del servizio nel lungo periodo.

Con l’avvento dell’intelligenza artificiale e della robotizzazione dei processi amministrativi, i commercialisti potrebbero – ad esempio – costruire un loro servizio automatico a canone fisso per i propri clienti.
L’opportunità è data dal riprodurre il modello di Software-as-a-Service (SaaS), servizio standardizzato che offre agli utenti un’applicazione di condivisione di piattaforme e app di fornitura di consulenza in cambio di un canone.
La natura intrinseca del SaaS potrebbe consentire ai commercialisti di erogare agevolmente servizi automatici ai propri clienti, i quali – collegandosi alla app di studio – avrebbero l’accesso a documenti e informative, potendo richiedere servizi semplici, come l’invio di moduli e ricevute, o più complessi, come l’analisi di dati o pareri.

Se, ad esempio, ipotizziamo una domanda di servizi informativi di business intelligence predittiva personalizzata per ciascuna azienda seguita dal commercialista, l’intelligenza artificiale erogata attraverso il modello SaaS consente di creare dashboard in maniera automatica. Questi sistemi di analisi automatica riducono il lavoro di personalizzazione al minimo, così da consentire a un ipotetico commercialista super digitale di servire con poche ore di lavoro un menu di servizi on demand a centinaia di clienti.
Fino a poco tempo fa, questi modelli di business erano appannaggio delle società di software, ma ora la tecnologia è a portata di mano, occorrendo un capitale minore (applicazioni NoCode o LowCode) e molti meno elementi per effettuare l’investimento.

È però necessaria una sensibilità tecnologica, che potrebbe essere facilitata dai citizen technologist (si veda, tra gli altri, “Trasformazione digitale dello studio per restare competitivi sul mercato” del 23 febbraio 2021), i cosiddetti esperti individuabili nelle risorse umane più giovani degli studi professionali.
È, inoltre, doverosa una propensione al cambiamento, che può essere facilitata anche con corsi di formazione e aggiornamento professionale sul tema della tecnologia 4.0.
Infine, è importante avere una visione di ricerca di sistemi di lavoro più remunerativi e di qualità.

L’era dei micro-servizi e degli abbonamenti a canone potrebbe dunque essere all’orizzonte.
Del resto, nel settore dei consumatori il trend dei servizi a canone fisso sta già spopolando negli Stati Uniti e potrebbe diffondersi a macchia d’olio anche in Italia.
Sono ormai diffuse una serie di tecnologie “fai da te”, che non richiedono l’intervento di programmatori per avviare i servizi o che comunque consentono di abbattere i costi di programmazione dalle 4 alle 8 volte.
I trend rendono questa ipotesi vicina alla realtà: nel modulo 6 del corso di soluzioni operative di intelligenza artificiale e robotic process automation per commercialisti (https://go.innodemia.com/corso-ai-commercialisti) vengono esaminati numerosi esempi reali e tangibili su questi ambiti.