Ribadita la centralità della categoria, con cui continuerà l’interlocuzione sulla riforma fiscale e sui principali temi economici

Di Savino GALLO

La riforma fiscale, che sarà inserita in una legge delega, sarà definita attraverso un “dialogo ampio” con le parti sociali e le realtà produttive del Paese e, in questo processo, Governo e Parlamento esamineranno anche le proposte che arriveranno dai commercialisti. Durante il suo intervento alla conference call di ieri con i rappresentanti della categoria, il Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha ribadito l’impegno dell’Esecutivo nell’avviare un’interlocuzione con i commercialisti, di cui, ancora una volta, è stato riconosciuto il ruolo centrale soprattutto nella gestione degli adempimenti varati durante la pandemia.

“Si sono poste le basi – ha commentato al termine della riunione Massimo Miani, Presidente del CNDCEC – per un confronto costruttivo con il Governo su temi di importanza strategica sia per il Paese che per la nostra categoria, quali la riforma fiscale, la semplificazione degli adempimenti e, più in generale, il futuro della nostra professione. Ora bisogna impegnarsi tutti affinché l’approccio positivo che ha caratterizzato la riunione dia frutti tangibili”.

In materia di semplificazione fiscale e attuazione della cash flow tax, “il Ministro – ha aggiunto Miani – ha riconosciuto ai commercialisti il ruolo di interlocutore privilegiato e ha preannunciato l’attivazione di un tavolo tecnico tra commercialisti ed esponenti del MEF e dell’Agenzia delle Entrate”.

Ma anche su altre tematiche, come gli ISA, il superbonus al 110% e il ruolo della categoria è arrivata la disponibilità ad aprire una “serie di confronti”. Questa la ricostruzione di Maria Pia Nucera, Andrea Ferrari e Matteo De Lise, Presidenti di ADC, AIDC e UNGDCEC, secondo cui l’incontro di ieri ha significato “l’avvio di un dialogo strutturato e volto a istituzionalizzare il contributo dei commercialisti nella creazione normativa, un risultato che la professione insegue da tempo e che non era mai stato concretamente realizzato”.

Di diverso avviso Marco Cuchel, Presidente dell’ANC, che pure dà atto al Governo di aver mantenuto la promessa dell’incontro: “Non abbiamo notizie – ha spiegato – del tavolo sul contenzioso tributario, su quello interministeriale sulla professione e della prosecuzione del gruppo di lavoro sugli ISA, ottenuto a seguito dell’astensione, riunitosi quasi un anno fa per la prima volta, e poi lasciato cadere”.

I diversi rappresentanti dell’Esecutivo e delle istituzioni (hanno partecipato, tra gli altri, il Viceministro all’Economia, Antonio Misiani, i Sottosegretari Maria Cecilia Guerra e Alessio Mattia Villarosa e il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini) hanno esortato i commercialisti a inviare le proprie proposte di riforma.

Quelle del Consiglio nazionale arriveranno dalla Commissione appena costituita e presieduta da Carlo Cottarelli. ADC, AIDC e UNGDCEC, dal canto loro, hanno già individuato assieme ad ANDOC e FIDDOC le “grandi macroaree tematiche di discussione strategica e costituito delle commissioni composte da colleghi studiosi della materia per portare al Ministero le modalità operative di attuazione di questi punti”. Contemporaneamente, si aprirà una fase di dialogo con la base e con tutti i professionisti che volessero apportare il proprio contributo di idee.

ANC, SIC, UNAGRACO e UNICO, invece, rimangono sulla propria posizione. Prima di presentare delle proposte vogliono quantomeno capire in quale cornice potersi muovere: “Nessuno ci ha rassicurato sulla sostanza del progetto di riforma – ha sottolineato Cuchel –, materia per noi ancora oscura perfino nelle sue linee generali, di cui ancora non si ha alcuna contezza. Ci siamo sentiti chiedere di fare delle proposte: ma questo è compito della politica; a noi la funzione tecnica di intervenire su quelle che, in base alle nostre competenze, riconosciamo quali criticità e contribuire così all’agognato obiettivo della semplificazione”.

Nel corso della riunione sono arrivati chiarimenti anche sulla moratoria sulle sanzioni per i mancati versamenti di luglio e agosto. I commercialisti l’avevano chiesta per tutti i contribuenti ma le modifiche alla norma apportate col Ddl. di conversione del DL “Agosto” fanno riferimento solo a quelli che hanno avuto un calo di fatturato di almeno il 33% nei primi sei mesi del 2020. Tale scelta, hanno fatto sapere gli esponenti del MEF, è dovuta alla mancanza di copertura economica.

Il provvedimento “ridotto” costerà alle Casse dello Stato 7,8 milioni, mentre l’estensione a tutti i contribuenti avrebbe richiesto 10,2 milioni in più. Per trovare la copertura si sarebbe provato ad attingere al fondo dei gruppi parlamentari i quali, è stato spiegato, avrebbero dato tutti risposta negativa. “Di questo – ha concluso Cuchel – bisognerà anche chiedere conto a coloro che su questa battaglia dichiaravano di sostenerci”.