L’Agenzia valuterà la possibilità di non applicare sanzioni per errori materiali e/o per invii dopo il termine; il servizio web tornerà disponibile entro oggi
Ieri, in serata, poco dopo la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale n. 224, del DPCM 5 settembre 2017, che ha differito il termine per effettuare la comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute, relative al primo semestre 2017, dal 16 settembre al 28 settembre 2017 (si veda “Comunicazione dei dati delle fatture prorogata al 28 settembre 2017” del 2 settembre), l’Agenzia delle Entrate, con un comunicato stampa, ha annunciato un nuovo slittamento al prossimo 5 ottobre.
Nel dettaglio, l’Amministrazione finanziaria ha prima di tutto spiegato che la piattaforma “Fatture e corrispettivi”, temporaneamente sospesa dalla sera del 22 settembre – quando è comparso il messaggio “Il servizio web è temporaneamente sospeso per manutenzione. Restano attivi tutti gli altri canali di trasmissione. Ci scusiamo per l’inconveniente” – tornerà disponibile agli utenti entro oggi, dopo alcuni interventi correttivi da parte di SOGEI.
Il servizio web per l’invio sarà ripristinato – si legge nel comunicato – eccetto alcune funzionalità su cui sono in corso ancora interventi di SOGEI per ripristinare al più presto il servizio completo. In particolare non sono ancora attive: la modifica dei dati fattura attraverso interfaccia web; la visualizzazione delle notifiche di esito delle sole fatture elettroniche, delle comunicazioni trimestrali IVA e quelle relative ai corrispettivi; la precompilazione dei dati all’interno della funzionalità di generazione dati fattura.
Anche se, comunque, come ricorda l’Agenzia, sono sempre stati attivi tutti gli altri canali di trasmissione dei dati attraverso software gestionali, in virtù dei disagi riscontrati, con un provvedimento direttoriale in corso di emanazione saranno ritenute tempestive le comunicazioni relative ai dati delle fatture presentate entro il 5 ottobre 2017.
Gli uffici, se riscontrano obiettive difficoltà per i contribuenti, valuteranno poi la possibilità di non applicare le sanzioni per meri errori materiali e/o nel caso in cui l’adempimento sia stato effettuato dopo il 5 ottobre, ma entro i 15 giorni dall’originaria scadenza.
Anche se l’iniziativa “del Direttore Ernesto Maria Ruffini che, nei limiti dei suoi poteri, sta cercando di gestire scelte, problemi ed errori generati da altri” è apprezzabile, non basta. “Resta il fatto che questa nuova, ennesima proroga è, esattamente come le altre, assolutamente insufficiente”, ha fatto sapere il CNDCEC, sottolineando di aver provveduto, “nei giorni scorsi, in un rapporto di leale e trasparente collaborazione” a segnalare i nodi “per tempo all’Amministrazione finanziaria, a partire dai problemi legati alla privacy che hanno indotto alla chiusura del sito delle Entrate. Avevamo sperato che potessero essere risolti con maggiore celerità. Così non è stato e molto tempo è stato perso per un adempimento la cui complessità, del resto, avevamo denunciato da tempo”.
Per questi motivi i commercialisti chiedono che “sia ora il Governo a provvedere a una più efficace soluzione di questa situazione, con scelte più radicali, a partire dalla revisione dell’istituto”.
L’anomalia legata a un problema di privacy nell’accesso ai dati sulla piattaforma “Fatture e corrispettivi”, che dopo l’arrivo di una serie di segnalazioni dai professionisti avrebbe portato alla sospensione per manutenzione del servizio, ha fatto salire la protesta nel corso delle ore, prima dell’annuncio dello slittamento. Diverse associazioni, in rappresentanza di professionisti, imprese e consumatori, hanno denunciato la gravità della situazione, chiedendo di considerare l’adempimento come un invio sperimentale senza sanzioni per eventuali ritardi o non conformità o, in alternativa, una congrua proroga.
In pratica, come spiegato dai sindacati dei commercialisti – ADC, AIDC, ANC, ANDOC, UNAGRACO, UNGDCEC e UNICO – che ieri hanno reso noto di aver scritto al Viceministro dell’Economia Luigi Casero e al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ritenendo “indispensabile una riunione urgente del costituito tavolo tecnico”, “inserendo il codice fiscale di un professionista o di qualsiasi altro soggetto, chiunque in possesso di credenziali di accesso Entratel era in grado di visualizzare, stampare e modificare tutti gli invii effettuati dal contribuente, sia quelli personali sia dei propri clienti pur non avendone alcun titolo”.
Una seconda falla del sistema riguardava “la ricerca per ID delle ricevute di trasmissione, una funzione con la quale risultava possibile intercettare le ricevute di invio di altri soggetti, conoscerne l’esito, risalire al loro contenuto e, anche in questo caso, operare modifiche”.
Al coro di protesta si sono aggiunte, tra le altre, anche: Confimi Industria, che ha evidenziato tutta una serie di criticità, definendole “per tutti i gusti”, e sottolineato la gravità della situazione, già denunciata al Garante Privacy; Rete Imprese Italia, che ha chiesto una proroga di almeno 20 giorni e la necessità di prevedere la non punibilità per omissioni o errori riguardanti i dati di fatture e liquidazioni IVA effettuate entro il 31 dicembre 2017, qualora siano corretti entro il 31 gennaio 2018; Adusbef, associazione a tutela dei consumatori.