Una proposta di direttiva europea prevede un significativo incremento della platea dei soggetti obbligati alla redazione di una DNF

Di Fabrizio BAVA, Maurizio CISI e Alain DEVALLE

La proposta di direttiva europea (2021/0104 del 21 aprile 2021) recentemente pubblicata è un primo passo che porterà ad emendare, nella versione definitiva che sarà definita da una futura direttiva Ue, il completo set di regolamentazione in materia di bilancio (la direttiva 2013/34/Eu) e di non-financial disclosure (la direttiva 2004/109/Ec, cosiddetta NFRD).

È previsto un significativo incremento della platea dei soggetti obbligati alla redazione di una dichiarazione non finanziaria (c.d. DNF, acronimo che in Italia identifica lo strumento di rendicontazione non finanziaria, o RNF).
Allo stato attuale, solamente gli “enti di interesse pubblico” con più di 500 dipendenti e che abbiano superato determinati limiti dimensionali (totale dello stato patrimoniale: 20 milioni di euro e totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40 milioni di euro), devono obbligatoriamente predisporre una DNF.

Sono inoltre esentate da obblighi di rendicontazione le società controllate, se la loro società madre redige una rendicontazione di gruppo (DNF consolidata). La proposta di direttiva prevede l’estensione dell’obbligo di rendicontazione di sostenibilità anche:
– alle società quotate con meno di 500 dipendenti, includendo che anche le SMEs (piccole e medie imprese) i cui titoli sono trattati su mercati regolamentari europei;
– alle società di grandi dimensioni, anche se non quotate.

Essa prevede inoltre, la redazione di bilanci di sostenibilità volontariamente da parte delle SMEs non quotate. Sono, invece, completamente escluse dalle problematiche di rendicontazione di sostenibilità – e non saranno toccate – le microimprese.

Anche le “large” companies “private” o familiari non quotate dovranno, dunque, comunicare agli stakeholders progetti, processi, impatti, risultati, rischi in materia ambientale (con particolare riferimento al climate change) e sociale, nonché i principali aspetti connessi con la governance della sostenibilità, in aderenza ai criteri ESG di valutazione.

La DNF non sarà un obbligo invece per la SMEs: queste imprese (a meno che non siano quotate), infatti, potranno optare per la redazione volontaria delle informative strutturate in materia di sostenibilità sulla base di standard coerenti e “proporzionati” con le loro caratteristiche. L’obiettivo è quello di permettere la redazione di reports (documenti autonomi) o informativa in Relazione sulla Gestione senza che ciò comporti pesanti impatti sulla struttura amministrativa delle aziende in questione, sulla base di standards “dedicati”.

La proposta richiede, inoltre alle subsidiaries facenti parte di gruppi la cui casa-madre è quotata (che redige una DNF di gruppo) di pubblicare la relazione sulla gestione consolidata della loro impresa madre e di includere un riferimento nella relazione sulla gestione al fatto che sono esentate dall’obbligo di rendicontare le informazioni sulla sostenibilità.

Entro il 31 ottobre 2022 la Commissione europea dovrà emanare un set di reporting standard per la sostenibilità ed entro l’ottobre 2023, invece, anche le SMEs avranno una regolamentazione europea che le aiuterà a realizzare i processi di Comunicazione in materia di sostenibilità.

Questi dovrebbero mirare a consentire alle SMEs di fornire informazioni sui percorsi di sostenibilità in modo efficiente in termini di costi in risposta alle numerose richieste che esse ricevono dai soggetti con cui intrattengono rapporti, come banche, assicurazioni e grandi clienti. In questo senso, l’obiettivo è aiutare a definire i limiti delle informazioni che le aziende possono ragionevolmente aspettarsi che le PMI nella loro catena del valore forniscano.

Inoltre, tali standard dovrebbero anche aiutare le PMI ad attrarre ulteriori investimenti e finanziamenti, nonché a partecipare pienamente e contribuire alla transizione verso un’economia sostenibile delineata nel Green Deal europeo.
Le aziende che per prime adotteranno strumenti di rendicontazione, anticipando l’individuazione, la sperimentazione e l’utilizzo di adeguati KPIs e facendo penetrare nell’organizzazione i temi della sostenibilità attraverso adeguate azioni di formazione avranno, quindi, un vantaggio competitivo non solo di mercato ma anche di carattere amministrativo.