L’importo del beneficio varierà dal 100% al 400% di quanto previsto in precedenza, in funzione del settore di attività dell’esercizio

Di Pamela ALBERTI e Barbara SESSINI

Con il c.d. decreto “Ristori”, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, sono stati previsti indennizzi e ristori a fronte delle nuove misure imposte dal DPCM 24 ottobre 2020 al fine di limitare la diffusione del coronavirus.

Tra le misure introdotte viene previsto un nuovo contributo a fondo perduto al fine di sostenere gli operatori dei settori economici interessati dalle misure restrittive, individuati attraverso i codici ATECO (tra cui bar, pasticcerie, gelaterie, ristoranti, piscine, palestre, teatri, cinema).
Rientrano nell’ambito di tale contributo a fondo perduto – sulla base delle dichiarazioni rese dal Ministro Gualtieri ieri in conferenza stampa, dove è intervenuto insieme al Premier Conte e al Ministro Patuanelli – anche alberghi, taxi e ncc.

Il contributo sarà erogato automaticamente, mediante bonifico da parte dell’Agenzia delle Entrate, ai soggetti hanno ricevuto il precedente contributo di cui all’art. 25 del DL 34/2020. Il Presidente Conte confida che chi aveva aderito al “primo” contributo a fondo perduto potrà ricevere la nuova misura già a metà novembre.
Il contributo spetta anche a chi non aveva percepito il precedente contributo (ad esempio, ai soggetti che hanno prodotto ricavi e compensi per un importo annuo superiore a 5 milioni di euro); in tal caso il ristorno sarà riconosciuto previa presentazione di apposita istanza.

Saranno comunque esclusi, stando al testo in bozza, i soggetti che hanno attivato la partita IVA a partire dal 25 ottobre 2020 o quelli che hanno cessato l’attività prima di tale data.

Rispetto alla precedente misura agevolativa, è stato tuttavia previsto un rafforzamento, distinto in base ai diversi settori economici. L’importo del beneficio varierà dal 100% al 400% di quanto previsto in precedenza, in funzione del settore di attività dell’esercizio.
Secondo quanto affermato dal Ministro Patuanelli, si tratta del 150% (ad esempio, per bar, pasticcerie e gelaterie), del 200% (ad esempio, per ristoranti, palestre, teatri e cinema) e, in casi specifici, anche del 400%.

Con una serie di esemplificazioni, il premier Conte ha affermato che un bar che aveva percepito 2.000 euro per effetto del DL “Rilancio” percepirà 3.000 euro con il DL “Ristori”; per un grande ristorante che aveva percepito 13.000 euro, l’attuale contributo sarà pari a 26.000 euro; per una piccola palestra a cui era stato riconosciuto un contributo di 2.000 euro, il ristoro sarà pari a 4.000 euro.

In altri termini, l’importo medio che arriverà ai ristoranti fino a 400.000 euro di fatturato – secondo quanto affermato da Gualtieri – sarà di 5.173 euro; per i ristoranti di fascia maggiore (fino a un milione di fatturato): 13.920 euro; quello medio per i ristoranti di fascia superiore fino a 5 milioni di euro sarà di 25.000 euro. Per sale da concerto e teatri, invece,  l’importo medio per la fascia più bassa sarà di 5.000 euro, per la fascia media di 13.900 euro, per quella alta di 30.000 euro.
In ogni caso, l’importo del contributo a fondo perduto previsto dal DL “Ristori” non potrà essere superiore a 150.000 euro.

Tra le misure annunciate, sarebbe inoltre prevista la proroga del credito d’imposta per i canoni di locazione di immobili ad uso non abitativo e di affitto d’azienda di cui all’art. 28 del DL 34/2020 anche per i mesi di ottobre, novembre e dicembre (con possibilità di cessione al locatario). Anche in tal caso l’agevolazione viene estesa, secondo quanto affermato da Gualtieri, ai soggetti con ricavi o compensi superiori a 5 milioni di euro.

Si segnala, inoltre, la proroga della cassa integrazione (si veda “Ulteriori sei settimane di CIG COVID-19 con possibile contributo addizionale” di oggi) e l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali
ai datori di lavoro (con esclusione del settore agricolo) che hanno sospeso o ridotto l’attività a causa dell’emergenza COVID, per un periodo massimo di 4 mesi, fruibili entro il 31 maggio 2021.
L’esonero è determinato in base alla perdita di fatturato ed è pari:
– al 50% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione del fatturato inferiore al 20%;
– al 100% dei contributi previdenziali per i datori che hanno subito una riduzione del fatturato pari o superiore al 20%.

Per le categorie interessate dalle restrizioni è inoltre “cancellata”, come si legge nel comunicato stampa pubblicato ieri dal Governo in tarda serata, la seconda rata dell’IMU 2020 relativa agli immobili e alle pertinenze in cui si svolgono le loro attività.

Infine, verranno erogate due mensilità del reddito di emergenza a tutti coloro che ne avevano già diritto e a chi nel mese di settembre ha avuto un valore del reddito familiare inferiore all’importo del beneficio.