In audizione al Senato sul decreto Agosto, i commercialisti tornano a chiedere di inserire i professionisti ordinistici tra i beneficiari del contributo

Di Redazione EUTEKNE

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili rilancia la richiesta di includere anche i professionisti ordinistici tra i destinatari dei contributi a fondo perduto. Lo fa nel corso di un’audizione sul decreto “Agosto”, tenutasi ieri presso la Commissione Finanze del Senato.

In quella sede, i commercialisti hanno presentato un documento contenente diversi emendamenti al provvedimento, tutti relativi alle misure di maggiore interesse per i professionisti iscritti agli Ordini professionali, “in doverosa attuazione di quella importante funzione di rappresentanza della categoria che la legge riconosce al Consiglio nazionale”.

In realtà, la norma che contempla l’assegnazione ad artigiani e commercianti di un contributo a fondo perduto nella misura del 10, 15 o 20% (in base ai ricavi del 2019 e al calo di fatturato registrato tra aprile 2020 e lo stesso mese dell’anno precedente) è l’art. 25 del decreto “Rilancio”, ma i commercialisti sono convinti che il decreto “Agosto” sia il veicolo giusto per “porre rimedio alla discriminazione perpetrata nei confronti dei professionisti ordinistici”.

Secondo i rappresentanti della categoria tale esclusione è “a forte rischio di incostituzionalità”, tanto a vero che alcuni sindacati hanno impugnato il provvedimento di fronte al TAR del Lazio (si veda “Ricorso al TAR contro l’esclusione dal fondo perduto” del 1° agosto).

L’emendamento presentato ieri dal CNDCEC permetterebbe ai soggetti iscritti agli Ordini di inviare, esclusivamente in via telematica, una istanza all’Agenzia delle Entrate con l’indicazione della sussistenza dei requisiti previsti dall’art. 25. L’istanza può essere presentata, per conto del soggetto interessato, anche da un intermediario di cui all’art. 3, comma 3, del DPR 322/98, delegato al servizio del cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate o ai servizi per la fatturazione elettronica.

Per presentarla ci sarebbero 60 giorni di tempo. Una volta verificata la sussistenza dei requisiti per ottenere il contributo, quest’ultimo dovrebbe essere poi diminuito di mille euro per quei professionisti che hanno già usufruito dell’indennità prevista per il mese di maggio (che, appunto, ammontava a mille euro), in modo da “evitare la duplicazione del beneficio”.

Tra le altre richieste avanzate in sede di audizione, lo sblocco delle compensazioni dei crediti relativi alle imposte su redditi e IRAP, quantomeno per quelli maturati del 2019, eliminando il vincolo della previa presentazione della dichiarazione da cui il credito emerge; l’introduzione della neutralità fiscale per le operazioni di riorganizzazione del lavoro autonomo in società tra professionisti; la riduzione dal 20 al 10% della ritenuta d’acconto IRPEF sui redditi di lavoro autonomo e assimilati, diminuita di un ulteriore 5% per i lavoratori che nell’esercizio della loro attività si avvalgono in via continuativa dell’opera di dipendenti o terzi.

Nel documento depositato a palazzo Madama trova spazio, inoltre, anche la richiesta di rimessione in termini di tutti i versamenti rinviati causa COVID, sia quelli in scadenza nel trimestre marzo-maggio che quelli scaduti lo scorso 20 luglio (20 agosto con maggiorazione del 0,40%).

Per i primi, si richiede di prevedere la possibilità di pagamento in tre rate a partire dal 16 ottobre (anziché le 4 rate dal 16 settembre previste dal decreto). Per i versamenti derivanti dalle dichiarazioni, invece, si propone il pagamento in 3 rate a partire dal 31 ottobre, con l’applicazione di un interesse dell’1%, in modo da evitare la disparità di trattamento rispetto a chi ha pagato entro il 20 agosto con la maggiorazione dello 0,40%.