I commercialisti rinnovano la loro richiesta e ritengono insufficienti anche i tempi su contributo a fondo perduto e bonus sanificazione

Di Redazione EUTEKNE

Il DL ribattezzato decreto “agosto”, che dopo l’intesa trovata ieri sulla proroga del blocco dei licenziamenti dovrebbe essere esaminato oggi dal Consiglio dei Ministri, è l’occasione per disporre subito la proroga dei versamenti delle imposte risultanti dalle dichiarazioni dei redditi in scadenza il prossimo 20 agosto o introdurre, quanto meno, un meccanismo di esclusione dalle sanzioni per chi regolarizza, entro il 31 ottobre 2020, tutti i versamenti dovuti dallo scorso mese di marzo, anche relativamente ai principali tributi erariali come l’IVA, l’IRAP e le imposte d’atto e non oggetto di sospensione.

Ieri il Consiglio nazionale dei commercialisti, che nei mesi scorsi ha chiesto più volte al Governo il rinvio dei versamenti al 30 settembre, fino all’annuncio di uno sciopero per metà settembre (si veda “A settembre nuovo sciopero dei commercialisti” del 22 luglio), è tornato sulla questione, sollecitando di spostare, almeno al 30 settembre, anche le scadenze delle istanze relative sia al contributo a fondo perduto per chi ha il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio dei Comuni colpiti da eventi calamitosi, sia al bonus sanificazione in scadenza, rispettivamente, il 13 agosto e il 7 settembre.

“Con il decreto «agosto» in rampa di lancio, ci si appresta a mettere in campo ulteriori 25 miliardi di risorse che vanno ad aggiungersi ai circa 80 miliardi dei precedenti decreti sull’emergenza, per un totale che supera i 100 miliardi di euro – ha commentato il Presidente del CNDCEC, Massimo Miani –. Con tali risorse aggiuntive, è necessario che il Governo trovi spazio per disporre la proroga dei versamenti che chiediamo da tempo. Il meccanismo potrebbe essere poi completato con la previsione di una sanzione del 4%, riducibile avvalendosi del ravvedimento operoso, per i versamenti effettuati fino al 31 dicembre 2020”.

I commercialisti hanno quindi ribadito “l’assoluta necessità degli interventi”, soprattutto per le enormi difficoltà che i contribuenti stanno incontrando per far fronte alle scadenze ordinarie che, a partire da quelle relative al mese di giugno, non sono state più sospese e devono essere quindi puntualmente rispettate come per i versamenti di IVA, ritenute, contributi previdenziali e premi assicurativi.

Un altro motivo per cui l’intervento è ritenuto “doveroso”, spiega ancora Miani, è “l’impossibilità di rispettare i tempi concessi a causa della mole incessante di adempimenti straordinari introdotti in questi mesi dal Governo per avere accesso alle diverse misure di sostegno disposte per contrastare l’emergenza e che stanno mettendo a dura prova non solo i contribuenti, ma anche i commercialisti che li assistono”.

Solo tenendo conto degli ultimi adempimenti in ordine di tempo, i commercialisti sono infatti ancora alle prese “con le istanze per la richiesta del contributo a fondo perduto o con le comunicazioni relative al credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di dispositivi di protezione”.

Anche su questi ultimi due adempimenti per i commercialisti i tempi si stanno rivelando insufficienti.
“A una settimana dalla scadenza per il contributo a fondo perduto – prosegue il Presidente del CNDCEC – non si è ancora avuta alcuna certezza sui soggetti ammessi a fruire del beneficio, non essendo stata resa nota una lista ufficiale dei Comuni colpiti da eventi calamitosi i cui stati di emergenza erano in atto alla data del 31 gennaio 2020, esponendo i contribuenti che dovessero presentare indebitamente l’istanza al rischio di conseguenze penali o, comunque, di pesanti sanzioni di carattere amministrativo fino al triplo del beneficio conseguito”.

La conseguenza logica, per i commercialisti, è uno slittamento anche di queste ultime due scadenze, “per consentire ai commercialisti di svolgere la propria attività con la dovuta diligenza professionale in un quadro di certezza normativa e interpretativa, come è doveroso che sia”.